Cagnolino malato si allontana da casa, ritrovato e portato in un rifugio, dopo poche ore viene soppresso. La rabbia dei proprietari “Abuso di potere”

Il drammatico caso dell’anziano cane Leona, soppresso poche ore dopo essere stato smarrito e ospitato in un rifugio, ha scosso una famiglia americana nel quartiere di Briarwood, nel distretto del Queens, New York. L’evento ha suscitato indignazione e ha sollevato interrogativi sulla gestione dei rifugi per animali e sulla protezione degli animali stessi.

La famiglia Leon, proprietaria di Leona, ha denunciato l’accaduto come un “assurdo e inspiegabile abuso di potere”. Secondo il loro racconto, dal momento dello smarrimento alla soppressione del cane sarebbero trascorse appena tre ore, se non addirittura meno. Questo è in netta violazione delle leggi vigenti nello Stato di New York, che richiedono un periodo di almeno 72 ore prima che gli animali non reclamati, malati o anziani possano essere soppressi nei cosiddetti “kill shelter”.

La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che i Leon erano stati informati del ritrovamento di Leona e del suo alloggio nel rifugio tramite un sito online specializzato in animali smarriti. Avevano immediatamente contattato il rifugio per avvisare che si sarebbero recati a riprenderla. Tuttavia, quando sono arrivati al rifugio, hanno scoperto la tragica verità: Leona era stata soppressa. Nonostante la sua età avanzata (19 anni) e le sue condizioni di salute precarie, era ancora un animale felice secondo Juan Leon, il proprietario.

Leona era stata portata presso l’Animal Care Center di Brooklyn poco dopo essersi smarrita e sottoposta a una valutazione veterinaria prima di essere soppressa. Ericka, la moglie di Juan, ha commentato: “Pensavo che i rifugi fossero luoghi sicuri, ora la penso in modo diverso e mi si spezza il cuore”.

Il consigliere Jim Gennaro del Consiglio di New York è intervenuto nel caso, difendendo e tutelando la famiglia Leon. Ha scritto una lettera al commissario responsabile dei rifugi per animali, chiedendo un’indagine sul motivo per cui l’Animal Care Center di New York ha violato le regole che prevedono un periodo di attesa di almeno 72 ore prima di avviare l’eutanasia su un cane anziano e malato.

Dall’Animal Care Center si sono difesi affermando che Leona non era identificata con medagliette o microchip. Hanno sostenuto che l’esame veterinario avesse rivelato la presenza di gravi problemi neurologici e un degrado generale delle condizioni fisiche dell’animale. Secondo il personale del rifugio, Leona era in uno stato debilitato, non reattiva agli stimoli e incapace di stare in piedi per più di pochi minuti prima di cadere. Affermano che l’eutanasia è stata una decisione presa nel migliore interesse dell’animale, considerando le sue gravi condizioni e l’assenza di informazioni sull’identificazione del proprietario.

Tuttavia, il caso di Leona solleva interrogativi sulla necessità di migliorare le procedure nei rifugi per animali, garantendo un’adeguata identificazione degli animali smarriti e un periodo di osservazione adeguato prima di prendere decisioni irreversibili come l’eutanasia. È fondamentale trovare un equilibrio tra la tutela degli animali e la gestione dei rifugi, tenendo conto dei diritti e del benessere degli animali, nonché delle preoccupazioni dei proprietari che cercano disperatamente i loro amici a quattro zampe smarriti.

In conclusione, il caso di Leona ha portato all’indignazione pubblica e ha sollevato importanti questioni sulla protezione degli animali e sulle politiche dei rifugi. È fondamentale promuovere un dialogo aperto sulla gestione dei rifugi per animali, al fine di evitare situazioni simili in futuro e garantire il benessere degli animali smarriti e ospitati.

Francesco Antonicelli

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