L’uso del collare a strozzo, uno strumento di addestramento cinofilo controverso, sta suscitando sempre più preoccupazioni per i suoi effetti dannosi sulla salute e il benessere dei cani. Questo tipo di collare, spesso descritto come “a scorrimento”, può provocare danni fisici e psicologici all’animale, sollevando interrogativi sulle sue reali utilità e sulla necessità di alternative più umane.
Il funzionamento e i danni fisici del collare a strozzo
Il collare a strozzo, costituito da una catena o una corda, viene posizionato intorno al collo del cane e tende a stringersi quando l’animale tira al guinzaglio. Questo meccanismo provoca una sensazione di soffocamento, che induce dolore e disagio nel cane. Anche se alcuni addestratori ritengono che il collare a strozzo sia utile per controllare il comportamento degli animali, diversi studi e professionisti della cinofilia hanno messo in evidenza i rischi che comporta. Infatti, la costrizione esercitata sul collo può danneggiare i muscoli, la trachea, la laringe e anche la colonna vertebrale del cane.
Inoltre, il dolore fisico provocato da questo strumento può avere gravi conseguenze psicologiche. I cani sottoposti a questo tipo di coercizione possono sviluppare ansia, stress e paura nei confronti delle situazioni di addestramento, creando un circolo vizioso di disorientamento e frustrazione. A lungo andare, il cane potrebbe diventare più difficile da gestire, non per una reale disobbedienza, ma perché è psicologicamente “bloccato” dal dolore e dalla paura.
La normativa italiana e le alternative al collare a strozzo
In Italia, l’uso del collare a strozzo non è vietato a livello nazionale, ma molte città, come Milano, Roma e Bergamo, hanno adottato regolamenti che ne limitano l’impiego, soprattutto nelle situazioni di addestramento. Ad esempio, Milano ha introdotto nel 2020 il divieto di utilizzo del collare a strozzo, eccetto in casi specifici come quelli delle forze dell’ordine. La legge italiana, in generale, tutela gli animali contro maltrattamenti fisici e psicologici, e l’uso di strumenti coercitivi come il collare a strozzo potrebbe configurare una violazione del Codice Penale, con pene pecuniarie e persino l’arresto.
Anche all’estero, in paesi come la Francia, sono state introdotte normative simili per vietare il collare a strozzo e altri strumenti che causano sofferenza agli animali. Questo segna una crescente consapevolezza riguardo al benessere degli animali, che sta portando a una riflessione globale sulle pratiche più etiche di addestramento.
La strada verso un addestramento cinofilo più umano passa attraverso la costruzione di una relazione di fiducia tra il cane e il suo proprietario. Piuttosto che ricorrere a strumenti coercitivi, si consiglia di utilizzare metodi basati sulla motivazione positiva e sulla comprensione del comportamento animale, con l’aiuto di professionisti qualificati.
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