Brie e Crik, due gatti malati di leucemia cercano una casa dove vivere insieme gli ultimi anni

Due gatti malati, legati da un forte legame affettivo, aspettano un’adozione che permetta loro di restare uniti e vivere sereni

Due gatti salvati dalla strada e dalla malattia

GENOVA – Sono stati chiamati Brie e Crik, nomi allegri per due gatti segnati da esperienze difficili. Entrambi sono affetti da FeLV, la leucemia felina, una malattia infettiva che compromette il sistema immunitario dei felini. Attualmente si trovano presso il canile Monte Contessa di Genova, dove sono stati curati e accuditi con attenzione dai volontari.

Brie, un maschio di circa nove anni, è arrivato nella struttura il 23 gennaio 2024, con una profonda ferita a una zampa. Grazie alle cure ricevute, si è ristabilito fisicamente. All’inizio era molto diffidente e schivo, ma con il tempo ha iniziato ad accettare le carezze, pur restando riservato con chi non conosce.

Pochi mesi dopo è arrivata Crik, una femmina più anziana, probabilmente di dodici anni. Quando è stata trovata, ad aprile, le sue condizioni erano estremamente gravi: magrissima, ricoperta di croste, con rinite in corso. “Il suo quadro clinico era davvero complicato”, ha spiegato la volontaria Barbara Sgroia, che segue da vicino entrambi i gatti. Dopo mesi di attenzioni e trattamenti, anche Crik ha ritrovato una certa stabilità fisica.

Legati dalla malattia e da un affetto reciproco

La convivenza forzata dettata dalla malattia ha fatto nascere tra i due animali un legame molto stretto. I volontari sottolineano quanto siano inseparabili. La ricerca di una famiglia che possa adottarli entrambi è ora una priorità. “Crik è dolcissima, una cozza coccolona – racconta ancora SgroiaAdesso sta meglio, ha un bel pelo lucido, ma purtroppo le è stato diagnosticato un linfoma. Non le resta molto tempo e stiamo organizzando un ecocardiogramma, perché è anche cardiopatica”.

Brie, invece, non presenta attualmente patologie gravi, ma i veterinari ricordano che la FeLV è spesso associata allo sviluppo di tumori, e richiede monitoraggio continuo.

Nonostante il quadro clinico delicato, i volontari sperano che qualcuno si faccia avanti per dare loro una casa, almeno per il tempo che resta. “Si meritano di trascorrere il resto della vita insieme e in famiglia – conclude Sgroia – Questa è davvero un’adozione del cuore”.

Emanuele Larocca

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