Dal rischio di soppressione alla rinascita emotiva: in Brasile la storia di Jorge e del suo cane Tigrão commuove il Paese. Due vite spezzate, ricostruite insieme.
Quando Jorge Fagundes, 53 anni, residente a Porto Alegre in Brasile, ha incrociato lo sguardo spaventato di un Pitbull maltrattato e abbandonato, non poteva immaginare che da quell’incontro sarebbe nata una relazione salvifica. Il cane, ribattezzato Tigrão, era sul punto di essere abbattuto dal suo precedente proprietario, che arrivò perfino a offrire denaro a Jorge per sopprimerlo.
Jorge, che lavora in un capannone di riciclaggio, non ha avuto dubbi: “Volevo solo aiutarlo”. E così, contro tutto e tutti, ha deciso di dargli una seconda possibilità. Ma Tigrão non si fidava più dell’uomo: rifiutava il cibo, evitava ogni contatto, era segnato nel corpo e nello spirito.
Ci sono voluti otto mesi prima che Tigrão iniziasse a fidarsi. Il momento in cui accettò per la prima volta del cibo dalle mani di Jorge fu una svolta emotiva per entrambi. “Quando ha mangiato per la prima volta per me è stata una gioia. Gli ho detto: ‘Iniziamo a vivere’”, ha raccontato l’uomo alle emittenti brasiliane. Da lì è nato un legame profondo e autentico, fatto di fiducia ricostruita giorno dopo giorno.
Ma la vita aveva in serbo un altro colpo. Un incendio improvviso ha strappato a Jorge tre nipoti e una nuora, gettandolo nella depressione più buia. “Quell’impulso di lasciar andare tutto ha iniziato a colpirmi”, ha confessato. Ed è stato in quel momento che Tigrão è diventato il suo rifugio, la sua ancora di salvezza.
“Lui sembrava capirlo. Mi si avvicinava, mi annusava, mi spingeva come per dire: ‘Usciamo, guarda altre cose’”, ha raccontato Jorge, con gli occhi lucidi. Tigrão lo ha letteralmente strappato dal dolore, costringendolo a rialzarsi, a ricominciare.
Oggi Jorge e Tigrão sono inseparabili, uniti da un legame che è andato ben oltre la semplice compagnia. Lo conferma anche Cleusa Fagundes, moglie di Jorge: “Non posso che ammettere quanto speciale sia il loro rapporto”. Insieme hanno attraversato la sofferenza e hanno scoperto, l’uno grazie all’altro, il significato più puro della reciprocità.
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