Zeno, cane da soccorso, ha manifestato un grave disagio emotivo dopo la morte del suo compagno umano, il volontario Massimiliano Galletti, impegnato in Ucraina.
Il legame spezzato: Zeno senza Massimiliano
Per giorni non ha toccato cibo, senza che nessuno comprendesse il motivo. Poi è arrivata la notizia: Massimiliano Galletti, soccorritore della Protezione Civile, era morto durante una missione in Ucraina. Lui e Zeno, il cane che aveva cresciuto come compagno operativo e di vita, erano sempre stati insieme, fino a quel viaggio in solitaria, il primo senza il suo fedele amico a quattro zampe.
“È come se lo avesse sentito”, hanno raccontato i volontari che hanno assistito Zeno nei giorni successivi alla scomparsa del suo umano. Una connessione profonda, impossibile da misurare, ma sufficiente a generare un cambiamento evidente nel comportamento del cane, che ha iniziato a rifiutare il cibo e a mostrare segnali di forte sofferenza.
Depressione nei cani: sintomi e spiegazioni
Il comportamento di Zeno non è isolato. Secondo il veterinario Luigi Sacchettino, esperto in etologia e benessere animale, anche i cani possono sviluppare vere e proprie forme di depressione. “I cani possono soffrire di depressione. Non è sempre facile averne conferma, ma nella pratica clinica ci sono situazioni in cui questa è l’unica spiegazione, sia nelle fasi acute che croniche”, ha spiegato a Kodami.
I sintomi variano: perdita di interesse per le attività quotidiane, isolamento, apatia, disturbi del sonno e in casi estremi comportamenti autolesionistici. È quanto è successo proprio a Zeno, che oltre a smettere di mangiare, ha iniziato a ferirsi a una zampa. La sua condizione è peggiorata ulteriormente dopo essere stato trasferito da una casa all’altra, in cerca di una nuova sistemazione.
L’adozione mancata e l’impegno dell’associazione Ariel
Dopo il rientro della salma di Massimiliano Galletti in Italia, il 9 novembre 2024, anche Zeno era presente alla Cattedrale di Santa Maria della Marina a San Benedetto del Tronto per un ultimo saluto. Ma nessun familiare ha potuto prendersi cura di lui. Così, per mesi, il cane è rimasto senza una vera casa.
A gennaio 2025, la presidente dell’associazione Ariel, Francesca Cosentino, ha deciso di accoglierlo nel centro di recupero: “Temevo per Zeno. Essendo un cane molecolare, molte persone avrebbero potuto adottarlo solo per sfruttarlo”.
I cani molecolari sono animali altamente specializzati nella ricerca di odori specifici. Ma per Zeno, il bisogno più urgente era affettivo, non operativo. “Abbiamo molto a cuore gli animali che restano soli dopo la morte dei loro umani – prosegue Cosentino – Sono numerosi i casi in cui i familiari non possono o non vogliono farsene carico”.
Cani come Zeno: riconoscerli e proteggerli
Nel diritto italiano, gli animali da compagnia sono ancora considerati beni mobili, oggetti che si trasferiscono di proprietà. Alla morte del “proprietario”, un cane può essere rifiutato dagli eredi e finire in canile, dove la solitudine e lo stress diventano spesso insopportabili.
“Vorremmo tutelare queste creature a 360 gradi – ha aggiunto Cosentino – affinché chi ama il proprio animale abbia la certezza che, anche dopo la propria morte, il loro compagno riceverà amore e cure”.
Oggi Zeno sta cercando di ricostruirsi una vita serena nel rifugio, seguito da professionisti e volontari che gli stanno restituendo fiducia e stabilità. Il desiderio dell’associazione è che Zeno diventi simbolo di un impegno concreto per garantire tutela e continuità affettiva agli animali rimasti soli.