Dagli occhi di Shola, cane da salvataggio colpito da cecità, nasce un test che aiuterà a fermare l’atrofia retinica progressiva nei cani.
Per anni ha prestato servizio nel Peak District inglese, aiutando a salvare vite umane in condizioni estreme. Ora, pur avendo perso la vista, Shola, un English Shepherd da soccorso, continua a salvare vite, ma in un altro modo. È stato proprio il suo DNA a offrire agli scienziati dell’Università di Cambridge la chiave per identificare la mutazione genetica che causa l’atrofia progressiva della retina (PRA), una malattia ereditaria che porta alla cecità in oltre 160 razze canine.
Shola, dopo anni accanto al suo umano John Coombs nell’Edale Mountain Rescue Team, ha cominciato a perdere la vista a causa di questa malattia. Oggi è il simbolo di una rivoluzione nella genetica veterinaria: un nuovo test del DNA è stato sviluppato per intercettare la mutazione prima che si manifestino i sintomi, permettendo così di interrompere la trasmissione genetica della patologia.
La PRA, o atrofia progressiva della retina, colpisce cellule fondamentali per la visione, causandone una degenerazione lenta ma irreversibile. I cani colpiti nascono con una vista normale ma, in genere entro i cinque anni, la perdono completamente. La dottoressa Katherine Stanbury, coautrice della ricerca pubblicata sulla rivista Genes, ha spiegato:
“I proprietari spesso non si accorgono che il loro cane è affetto da PRA fino alla mezza età, quando il danno è ormai fatto e la mutazione potrebbe già essere stata trasmessa ai cuccioli”.
La malattia ha un meccanismo recessivo: si manifesta solo quando un cane eredita due copie del gene mutato. Ma anche chi ne ha una sola può trasmetterla. Se due portatori si accoppiano, il 25% dei cuccioli rischia di sviluppare la malattia.
Grazie agli studi sul caso di Shola, il team di Cambridge ha messo a punto un test genetico preciso e affidabile, che già oggi permette agli allevatori di identificare i portatori sani e di escludere incroci a rischio. Questo nuovo strumento rappresenta una svolta nella prevenzione delle malattie ereditarie oculari nei cani, in particolare nella razza English Shepherd, una delle più soggette alla PRA.
“Ora che il test è disponibile”, spiega Stanbury, “gli allevatori potranno selezionare in modo responsabile, eliminando gradualmente la mutazione dalla razza”.
Il caso di Shola ha acceso i riflettori su un problema spesso sottovalutato, offrendo una speranza concreta a migliaia di cuccioli. Dalla sua esperienza è nata una tecnologia che potrebbe cambiare il futuro della genetica veterinaria, non solo per la sua razza, ma per molte altre colpite da malattie simili.
Anche se oggi Shola non può più vedere, grazie a lui migliaia di cani vedranno per sempre.
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