Un cane trovato a nuotare da solo in mare aperto viene tratto in salvo da una ragazza in barca a vela. Nessuno lo ha cercato.
Non c’era stata alcuna piena né un fiume in tumulto a spiegare la presenza di un cane in mare aperto. Eppure, tra le onde, al largo e lontano da qualsiasi costa, una ragazza a bordo di una barca a vela si è trovata di fronte a un’immagine surreale: un cane che annaspava, esausto, cercando disperatamente di restare a galla.
Il mare era freddo, le correnti forti, e l’animale non avrebbe potuto resistere ancora a lungo. L’istinto dei cani, si sa, li tiene lontani dall’avventurarsi in mare aperto senza motivo. Per questo, la sua presenza in quel tratto isolato di mare non può che sollevare sospetti inquietanti: o è caduto da una barca, o – ipotesi ben più terribile – è stato abbandonato deliberatamente.
Avvicinarsi al cane non è stato facile: le onde lo disorientavano, la stanchezza lo piegava. Ma con un ultimo sforzo, il quattro zampe è riuscito ad avvicinarsi all’imbarcazione, ed è stato issato a bordo grazie alla prontezza dei suoi soccorritori. I presenti hanno raccontato lo stato in cui si trovava: tremante, infreddolito, in evidente stato di shock, ma vivo.
Una volta avvolto in una coperta e tranquillizzato, ha iniziato pian piano a rilassarsi, quasi rendendosi conto di essere finalmente al sicuro. Le sue condizioni generali, sorprendentemente, sono risultate buone: un segnale che il cane fosse stato curato fino a poco tempo prima.
Ma qui inizia il vero mistero: nessuno ha reclamato il cane, né sono emersi appelli per ritrovarlo. Nessuna barca nei dintorni, nessuna segnalazione di smarrimento. E questo fa pensare alla possibilità più tragica: un abbandono in mare, atto crudele che, se confermato, sarebbe un gesto di disumana violenza.
Del resto, chi perderebbe il proprio cane in mare e non lo cercherebbe disperatamente? Nessun microchip, nessuna informazione utile per identificarne i precedenti proprietari.
Ma se la storia inizia nel peggiore dei modi, finisce in modo commovente. La ragazza che ha salvato il cane e la sua famiglia hanno deciso di tenerlo con sé. Ora il cucciolo, che si è già affezionato ai suoi soccorritori, potrà accompagnarli in nuove gite in barca, stavolta senza paura e con la certezza di essere amato.
Resta, però, l’amarezza di un interrogativo inquietante: come può qualcuno liberarsi di un essere così fedele gettandolo in mare, come un oggetto? E quante altre storie come questa non finiscono con un salvataggio?
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