Vaguito aspetta ogni giorno il padrone morto in mare: il cane che guarda l’orizzonte senza arrendersi


Il cane Vaguito torna ogni mattina sulla spiaggia di Punta Negra, dove vide per l’ultima volta il suo padrone pescatore scomparso tra le onde.

Un tragitto quotidiano che sa di amore eterno

Ogni giorno Vaguito ripete lo stesso percorso: da casa fino alla riva dell’oceano, nello stesso punto in cui il suo padrone, un pescatore del distretto di Punta Negra in Perù, è scomparso per sempre in mare. Il cane si siede, guarda fisso l’orizzonte e aspetta. È convinto che prima o poi quell’uomo tornerà da lui.

Chi assiste a questa scena quotidiana parla di un gesto che va oltre l’abitudine. È fedeltà pura. Non si tratta solo di ricordi: Vaguito continua a cercare il suo umano come se fosse ancora lì, pronto a tornare da una battuta di pesca. Il padrone però non tornerà: è morto, disperso tra le onde. Ma il cane non può accettarlo.

La sua storia, raccontata dalla cittadina Jolie Mejia, ha fatto il giro del mondo dopo la pubblicazione su un quotidiano locale. È stata lei a notare il cane ogni mattina e a farsi carico del suo dolore, condividendo ciò che aveva visto: un animale che, nonostante tutto, non ha mai smesso di sperare.

Come Hachiko, ma sulle coste del Perù

Il confronto è inevitabile: Vaguito ricorda la storia di Hachiko, il cane giapponese che per anni ha atteso invano il ritorno del suo padrone alla stazione di Shibuya. Proprio come lui, Vaguito attende nello stesso punto ogni giorno, fissando un mare che non gli restituirà più ciò che gli ha tolto.

Non è solo fedeltà. È speranza ostinata. Speranza che non conosce tempo né logica. Perché se è vero che i cani non percepiscono il tempo come gli esseri umani, Vaguito sembra davvero bloccato in un eterno presente, in cui ogni giorno è quello giusto per ritrovare il suo compagno di vita.

Chi lo osserva lo descrive come docile, silenzioso, composto. Non abbaia, non si agita. Si limita a esserci. In quel gesto quotidiano di presenza, c’è tutta la potenza di un amore che non chiede nulla in cambio.

Adottato dal villaggio, ma legato a un solo cuore

Dopo la tragedia, Vaguito non è rimasto solo. Gli abitanti di Punta Negra si prendono cura di lui. C’è chi gli dà da mangiare, chi lo coccola, chi lo accompagna durante il tragitto verso il mare. È diventato parte della comunità. Eppure, chi lo conosce lo sa: nel suo cuore c’è spazio per una sola persona.

Nonostante l’affetto che oggi riceve, non ha mai smesso di aspettare. Perché quell’uomo non era solo il suo padrone: era la sua casa, la sua sicurezza, il suo mondo. Ogni mattina, anche se nessuno gli chiede di farlo, torna sulla sabbia e guarda fisso l’acqua.

È un gesto che non si può spiegare solo con l’istinto. È amore incondizionato, quello che solo i cani sanno dare. E che spesso noi, esseri umani, non sappiamo restituire.

Francesco Antonicelli

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