Gully, il cane abbandonato e lasciato morire sul ciglio della strada: alza per l’ultima volta la testa per chiedere aiuto
Legato con un tubo di plastica al collo e abbandonato a morire, Gully alza la testa per chiedere aiuto: ora ha una nuova vita.
L’incontro tra la morte e la speranza
Sembrava un corpo senza vita, un ammasso di pelo bianco abbandonato sul ciglio della strada. In molti lo avevano ignorato pensando fosse morto. Ma Gully, un simil barboncino dalla pelliccia sporca e aggrovigliata, non aveva ancora smesso di respirare. Con le sue ultime forze, ha sollevato lentamente la testa mostrando un dettaglio che ha colpito chi stava passando: un tubo di plastica stretto attorno al collo. Da lì sono partite le chiamate disperate ai soccorsi.
Un passato di torture e abbandono
La storia di Gully è un concentrato di crudeltà. Dopo essere stato abbandonato, il cane è rimasto per giorni senza acqua né cibo. Ma il peggio doveva ancora arrivare: alcuni giovani lo hanno seviziato, legandogli un tubo al collo e stringendolo fino a soffocarlo lentamente. Quando Judy Obregon, fondatrice dell’associazione The Abandoned Ones, ha ricevuto la segnalazione, si è precipitata sul posto. “Temevo fosse troppo tardi”, ha raccontato. Il cane giaceva immobile, ma un debole movimento della testa le ha fatto capire che c’era ancora speranza.
Judy ha caricato immediatamente il cane in auto e lo ha portato al pronto soccorso veterinario più vicino. Le condizioni erano gravissime: grave disidratazione, stato di semi incoscienza e respiro affaticato. Il tubo al collo aveva impedito persino l’accesso all’acqua. “Non sapevamo se ce l’avrebbe fatta”, ha detto uno dei veterinari.
La rinascita accanto alla sua salvatrice
Dopo le prime cure, Gully ha iniziato a mostrare segni di miglioramento. Reidratato e stabilizzato, ha aperto gli occhi e con un filo di energia ha compiuto il suo primo gesto: ha leccato la mano di Judy, la donna che gli aveva salvato la vita. “Mi ha ringraziato, senza nemmeno potersi alzare”, ha scritto commossa l’attivista. La trasformazione, giorno dopo giorno, è stata sorprendente. Il cane che non aveva più voglia di vivere è tornato a camminare, a mangiare e a fidarsi degli esseri umani.
La storia si chiude con una luce: Judy Obregon ha deciso di adottare Gully, mettendo fine per sempre al suo calvario. Ora vive in una casa sicura, circondato da amore, con la certezza che nessuno potrà più fargli del male.