Chiuso nel buio della depressione, Luca aveva perso la voglia di vivere. Poi, un cucciolo in una scatola ha cambiato ogni cosa.
Luca, nome di fantasia, ha solo ventisei anni. Brillante, laureato con lode in ingegneria gestionale, ha sempre dato tutto per arrivare in alto. Ma proprio dopo la laurea, quel traguardo così sudato si è trasformato in un abisso. La depressione è arrivata silenziosa, devastante: ansia, insonnia, ritiro sociale, paura. Ogni giorno era uguale all’altro. L’unico movimento era quello del cuore, sempre più stanco.
A rendere ancora più profonda la ferita è stata la perdita del nonno, figura centrale nella sua vita. L’unico uomo che aveva colmato l’assenza del padre, sparito nel nulla al momento della sua nascita. Quel nonno era stato tutto: consiglio, gioco, sostegno. Quando se ne è andato, si è spenta anche l’ultima luce.
Un giorno come tanti, Luca viene mandato dalla madre in farmacia. Lei, stanca da un doppio turno, ha solo bisogno di un antidolorifico. Ma lungo la strada, Luca nota una scatola da scarpe che si muove. Si ferma. Dentro ci trova due occhi spaventati, orecchie lunghe, un cucciolo tremante. Non esita: lo prende con sé. Gli parla, lo tranquillizza. È convinto che quel cane sia un regalo del nonno dal cielo. Il giorno dopo sarebbe stato il suo compleanno.
Torna a casa senza la medicina, ma con qualcosa di infinitamente più prezioso. Quando racconta tutto alla madre, lei sorride e piange insieme. Aprono la scatola. Dentro c’è Achille: affamato, spelacchiato, ma con un cuore enorme.
Achille diventa la sua ombra. Dorme con lui, lo segue, lo costringe ad uscire. A camminare. A ridere. A vivere. Luca, prendendosi cura di lui, impara a prendersi cura di sé. Riscopre il calore, la routine, la voglia di sentirsi utile. In poche settimane, quel cane diventa un antidepressivo naturale.
“Adesso ho il cuore al caldo”, dice Luca. Promette di cercare lavoro, di rimettere al centro la sua laurea, di dare un futuro migliore a sé stesso, alla madre e a quel cucciolo che gli ha salvato la vita.
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