Il signor Giuseppe, il cane Nando e l’ultimo desiderio sulla spiaggia di casa, “Quando morirò, tieni con te il mio cane”
Dopo una vita di lavoro e solitudine, un uomo trova pace nel suo mare e amore in un cane che sembrava destinato a non appartenere a nessuno.
Il ritorno dopo una vita lontano dalla Sicilia
Giuseppe è nato a Giardini Naxos, ma ha trascorso la maggior parte della sua vita lontano da casa, in Germania. Lì ha lavorato duramente fin da ragazzino, in una terra che gli ha dato stabilità, ma gli ha tolto il calore e i colori della sua Sicilia. A 65 anni, con la pensione in tasca e il cuore stanco, ha fatto la sua scelta: tornare dove tutto è cominciato.
Il rientro a casa è stato un atto d’amore verso se stesso. Non aveva quasi più nessuno ad attenderlo, ma lo aspettava il rumore delle onde, la luce calda del tramonto sull’Etna, i pomodori maturi e le melanzane con la ricotta salata. Voleva soltanto silenzio, lentezza, mare.
Nando, il cane dimenticato che aspettava solo l’uomo giusto
Il sogno di avere un cane lo aveva sempre accompagnato, come un desiderio messo da parte in una valigia mai dimenticata. Così, quando i vicini gli hanno offerto Nando, un meticcio difficile e solitario, Giuseppe ha sentito subito che era destino.
Nando non era facile. Era stato respinto da tutti, giudicato incompatibile con la vita familiare. Ma Giuseppe, che conosceva la fatica di non sentirsi mai davvero “a casa”, lo ha guardato negli occhi e ha capito: anche lui era un’anima in cerca di un rifugio. E insieme, hanno trovato il loro posto nel mondo.
La loro vita semplice, fatta di gesti eterni
Ogni giorno, molto presto, i due amici si recavano al mercato per comprare pomodori e melanzane, poi si dirigevano alla spiaggia, nel loro scoglio preferito. Giuseppe sistemava la sedia sgangherata, Nando correva libero, respirando finalmente la libertà e il profumo della salsedine. Tutti conoscevano quel cane speciale: turisti, anziani, bambini. Ma il suo cuore batteva soprattutto per Roberto, il bagnino.
La malattia e l’ultimo desiderio di un uomo buono
Un giorno, tutto è cambiato. Giuseppe ha iniziato a respirare male. Gli esami, il ricovero, la diagnosi: tumore ai polmoni. Non aveva mai fumato, mai bevuto, sempre vissuto con semplicità. Ma la malattia non fa distinzioni. Così ha deciso di non lottare con la medicina, ma con la bellezza. Trascorrere gli ultimi giorni con Nando e il suo mare, in silenzio, in pace.
Una lettera scritta con il cuore
Giuseppe ha scritto un biglietto, consegnato al suo amico Roberto:
“Caro Roberto, Nando ti vuole bene e anche io. Mi sto spegnendo, ma ho solo una richiesta: prenditi cura di lui. Portalo con te al mare, come abbiamo sempre fatto. Ho parlato con il proprietario del lido, ha detto che sarà sempre il benvenuto”.
Poche righe, ma piene d’amore. Un testamento non di beni, ma di affetto. Un uomo che ha sofferto in silenzio ha voluto garantire che il suo migliore amico non restasse mai più solo.
Una storia d’amore semplice, che tocca l’anima
Oggi Nando corre ancora sulla sabbia. È rimasto al lido, accanto a Roberto. Ogni tanto si ferma, guarda il mare, come se cercasse Giuseppe tra le onde. E forse lo sente. Perché l’amore, quando è vero, non finisce con l’addio. Rimane, in un’orma sulla sabbia, in un tramonto, in uno scodinzolio lento.