Aveva 30 anni e cercava da mesi il suo cane scomparso. Elena Antonelli è morta senza poterlo riabbracciare, lasciando parole d’amore e dolore senza fine.
La scomparsa di Gully e la ricerca disperata
Il 10 febbraio, a Castagneto Carducci in provincia di Livorno, il cane Gully è scomparso senza lasciare traccia. Per Elena Antonelli, gravemente malata, non era solo un compagno fedele, ma anche un supporto terapeutico fondamentale. Da quel giorno la trentenne ha intrapreso una ricerca instancabile: volantini affissi ovunque, appelli televisivi, contatti con associazioni specializzate e persino un gruppo Facebook dal titolo “Gully: scomparso nel nulla”, diventato un diario di speranze, paure e messaggi per il suo amato cane. Col tempo, di fronte all’assenza di segnalazioni, si è fatta strada in lei la convinzione che Gully fosse stato rubato. “Era troppo legato a me per allontanarsi da solo”, aveva confidato.
Gli ultimi appelli e il messaggio di addio
Il 4 agosto, poco più di un mese prima della sua morte, Elena Antonelli ha pubblicato sul gruppo un messaggio che racchiudeva il peso della sua rassegnazione: “Gully è ancora vivo nei nostri cuori, ma la speranza sta cedendo. Vi prego, aiutateci a condividere sempre. Grazie a tutti, siete meravigliosi”. Il primo maggio, però, aveva già registrato un videomessaggio di addio rivolto al suo cane: in quelle immagini si vede Gully che guaisce e la guarda negli occhi, come a chiedere ancora una carezza. Da lì sono nate parole che rivelano l’abisso del suo dolore: “Il mio cuore in questo momento non ha il coraggio di dire niente, batte a tratti forte forte, a volte lentamente; ti penso e si ferma. Non sento più nulla. Solo il vuoto della tua assenza”.
Il destino di Elena e la lettera straziante
Il primo settembre, a soli 30 anni, Elena Antonelli si è spenta senza aver più ritrovato il suo Gully. Poco prima aveva scritto l’ultimo messaggio sul suo profilo personale, parole che oggi restano come un testamento d’amore: “Guarderò sempre i tuoi occhi, specchio della mia anima più intima. Adesso siamo in due a non esserci più. Perché senza di te, non resta niente neppur di me. Ti dedico la totalità del mio vivere, la tua perenne compagna di vita”. Nelle sue ultime righe, Elena lasciava una speranza fragile ma potente: “Ti aspetto a casa, nel nostro letto, sulla tua coperta: la strada la conosci, anche se io non conosco la strada per venire da te”.