Bassotto massacrato dal padrone: salvato dall’intervento disperato di una ragazza

Un trentenne ha picchiato selvaggiamente il suo cane davanti a testimoni: il bassotto è vivo grazie all’intervento disperato della fidanzata e di un amico.

L’aggressione in una notte d’estate

In provincia di Firenze, una calda sera d’estate, un episodio di violenza sconvolgente ha messo a rischio la vita di un cane. Un uomo di 30 anni, durante un improvviso scatto d’ira, ha iniziato a picchiare il suo bassotto senza alcuna ragione apparente. A impedirgli di uccidere l’animale sono stati la sua fidanzata e un amico, presenti in casa al momento dell’aggressione. La scena brutale si è consumata sotto i loro occhi, costringendoli a intervenire per strappare il cane ai colpi del padrone. Subito dopo, i due hanno allertato le forze dell’ordine, evitando che l’episodio degenerasse in tragedia irreparabile.

I soccorsi immediati e le condizioni del cane

Sul posto sono arrivati i carabinieri del distretto di Figline Valdarno, che hanno denunciato l’uomo e affidato l’animale ai soccorsi veterinari. Il bassotto presentava ferite profonde al volto e segni di percosse diffuse su tutto il corpo. È stato trasportato d’urgenza in una clinica veterinaria, dove si trova tuttora in prognosi riservata. Dopo le prime cure, è stato preso in carico dall’ENPA di Valdarno a Cavriglia, in attesa che le sue condizioni migliorino. Senza l’intervento dei due testimoni, il cane sarebbe probabilmente morto sotto i colpi inflitti dal padrone.

La denuncia e l’affidamento futuro

L’uomo, già accompagnato all’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno di Ripoli per accertamenti sul suo stato psichico, è stato denunciato a piede libero per maltrattamento di animali ai sensi dell’articolo 544 ter del codice penale. Una volta fuori pericolo, il bassotto verrà affidato ai comuni di Figline e Incisa Valdarno, che decideranno il suo futuro lontano da chi avrebbe dovuto proteggerlo. Resta intanto la ferita di un atto crudele e inspiegabile, che ha trasformato un animale indifeso in vittima della brutalità di chi avrebbe dovuto garantirgli amore e sicurezza.

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