Arrivata al rifugio malnutrita e infangata, ha partorito nonostante la debolezza. Due cuccioli non ce l’hanno fatta, ma lei continua a vegliare i sopravvissuti.
È arrivata al rifugio poco prima del parto, il corpo scheletrico e ricoperto di fango, lo sguardo segnato dalla lotta per la sopravvivenza. Nessuno sapeva quante notti avesse trascorso sola, né quali ostacoli avesse affrontato lungo la strada. Con sé portava solo i suoi piccoli in grembo, unico bagaglio di speranza.
Dopo il parto, li ha stretti al petto con forza, come a promettere: “Questa volta siete al sicuro.” Ma il suo corpo, stremato dalla fatica e dalla fame, non riusciva a produrre abbastanza latte. I volontari, commossi e impotenti, l’hanno assistita con cure e carezze. Le prime notti sono state un banco di prova doloroso: due cuccioli non ce l’hanno fatta. Lei li ha leccati e tenuti accanto al suo corpo fino all’ultimo, come se volesse convincerli a non lasciarla andare.
Ora la mamma coraggio continua a stringere con dedizione i cuccioli sopravvissuti. Il rifugio le garantisce cure e protezione, ma il futuro resta incerto. Ciò che è certo, invece, è la forza del suo amore: un amore che ha resistito alla fame, al dolore e alla perdita. Perché una madre, anche con il cuore spezzato, non smette mai di proteggere i propri figli.
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