I Cani e il loro mondo

Adottato a nove anni dopo mesi in canile, il silenzio di un cane diventa casa

Un cane anziano lascia il canile dopo otto mesi. Nessuna festa, solo occhi lucidi. Oggi è stato scelto e ha finalmente una casa.

Il viaggio in silenzio verso una nuova vita

Quando è salito in macchina non ha fatto nulla di ciò che fanno di solito i cani quando capiscono che stanno andando a casa.
Non ha abbaiato.
Non ha scodinzolato.
Non si è mosso.
Si è seduto lentamente, come se temesse di sbagliare anche solo respirando, e ha guardato davanti a sé con occhi lucidi e gonfi. Uno sguardo carico di una tristezza profonda, difficile da sostenere. Non servivano spiegazioni. Il suo corpo raccontava tutto. Otto mesi passati dietro le sbarre di un box, ad ascoltare i passi degli operatori, a sperare che qualcuno si fermasse davanti alla sua gabbia. Otto mesi a vedere altri cani andare via, mentre lui restava. Invisibile.

Otto mesi di attesa e notti senza nome

Forse piangeva per le notti fredde trascorse in un box che non è mai stato davvero casa. Notti senza una voce che lo chiamasse per nome, senza una mano pronta a cercarlo. Forse piangeva per tutto il tempo passato a credere di non meritare un’ultima possibilità. Ha quasi nove anni. È anziano, dicono. “Troppo vecchio”. “Meglio prenderne uno giovane”. Così lo hanno guardato in molti: con sguardi rapidi, distratti, che passavano oltre senza fermarsi davvero. Ogni giorno uguale all’altro, fatto di attese e rinunce, di porte che non si aprivano mai.

Essere scelto, finalmente

E invece oggi è uscito dal canile come il cane di qualcuno. Il cane di una persona che lo ha visto davvero. Che lo ha scelto. Che ha capito che l’età non è un difetto, ma una storia. La targhetta di metallo che portava al collo non è più solo un numero inciso. È diventata una promessa. La promessa che non conoscerà più la solitudine. Che non passerà più un inverno da solo. Che nessun rumore lo farà sentire abbandonato. Non importa se quelle lacrime fossero di dolore o di paura. Da oggi non dovrà più chiedersi se qualcuno lo ama. Perché qualcuno lo ama davvero.

Francesco Antonicelli

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