Da tre anni aspetta una famiglia al rifugio: Deja, dolce e vitale, paga lo stigma della razza. Ma dietro i suoi occhi c’è solo amore da donare.
Un’attesa lunga tre anni
Da tre anni, ogni giorno, Deja rivive la stessa scena. Rannicchiata nella sua cuccia, guarda i visitatori passare davanti al suo box, sperando che qualcuno si fermi, che la noti, che la scelga. Ma le porte si richiudono e lei resta lì, ad aspettare. La sua unica “colpa”? Essere nata Pit Bull. Quando arrivò al Patty Baker Humane Society di Naples nel 2022, era già al suo secondo rifugio: proveniva dal Gulf Coast Humane, dove nessuno aveva deciso di portarla a casa. I volontari erano convinti che avrebbe presto trovato la sua occasione, eppure tre anni dopo è ancora lì, invisibile agli occhi di chi cerca un compagno di vita.
Dietro la timidezza, un cuore immenso
Il personale del rifugio non riesce a spiegarsi perché Deja non riesca a conquistare le famiglie. «Nonostante quasi tre anni di attesa, è ancora piena di amore e gioia, sempre desiderosa di incontrare nuovi amici umani», racconta Patrizia Vila, coordinatrice eventi e attività di sensibilizzazione. Forse il motivo è che, al primo incontro, appare riservata e un po’ timida. Ma chi la conosce bene assicura che dietro quella diffidenza si nasconde un cuore enorme. «Una volta che si fida, diventa allegra, energica e una vera bomba d’amore», spiega Stephanie Lewis, direttrice operativa del rifugio.
Una senior con tanto amore da dare
Deja non è più una cucciola, ma conserva una vitalità contagiosa. Ama passeggiare, giocare e, soprattutto, stare accanto alle persone. Non chiede molto: una casa sicura, un divano su cui rilassarsi e una famiglia pronta a volerle bene. I volontari fanno di tutto per renderla serena, ma sanno che la sua vera essenza emerge solo a contatto con chi le dedica tempo e affetto. La sua famiglia, quella giusta, è sicuramente là fuori. E chiunque sceglierà di aprirle il cuore, scoprirà che l’attesa sarà valsa la pena.