“Non è mio, ma lo salvo lo stesso”: spende oltre 1000 euro per curare un gattino randagio

Un piccolo randagio malato entra in giardino, lei cerca di resistere ma finisce per salvarlo: cure urgenti, spese enormi, ma nessun rimpianto.

Un incontro inaspettato

Tutto è iniziato due settimane fa, quando un gattino randagio è comparso in giardino, miagolando disperato e implorando aiuto con gli occhi. In casa c’erano già tre gatti e il compagno aveva messo un limite chiaro: “Un quarto, no.” Così la donna ha provato a resistere, lasciandolo fuori e pubblicando annunci online nella speranza che qualcuno lo adottasse.

L’emergenza e la corsa dal veterinario

Poi, il grido improvviso. Il piccolo zoppicava, sofferente. Dopo decine di telefonate senza risposta, la corsa disperata in un ospedale veterinario: morso di serpente, non velenoso ma doloroso. Cure immediate, ricovero, farmaci. In poche ore il conto superava i 600 euro, ma la vista di quella creatura fragile e indifesa rendeva impossibile voltarsi dall’altra parte.

Spese e sacrifici senza rimpianti

Accolto in casa per riprendersi, il micio ha dovuto affrontare nuove difficoltà: vomito, vermi, necessità di altri trattamenti. La clinica di fiducia era chiusa e il giro di chiamate è ricominciato, finché un’altra struttura lo ha preso in carico. Vaccini, test, medicinali: altri 400 euro. In totale, più di 1000 euro spesi per un gatto che, ufficialmente, non era suo. Ma davanti al gattino che finalmente dormiva sereno, ogni dubbio è svanito: “La vera follia non è aiutare, ma voltarsi dall’altra parte”.

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