Per due giorni è rimasto immobile davanti alla chiesa di San Rocco. Poi la scoperta: non era un randagio, ma Max, scomparso cinque anni fa.
L’attesa silenziosa davanti alla chiesa di San Rocco
Per due giorni interi è rimasto sdraiato davanti alla chiesa di San Rocco a Capaci, in provincia di Palermo, come se stesse aspettando qualcuno. Molti pensavano fosse un randagio qualunque, in cerca di un po’ di riparo e di cibo. In realtà, quel cane era Max, un quattro zampe scomparso più di cinque anni fa dalla sua casa di campagna, poco lontano dal paese. Una storia che sembra uscita da un film, ma che è accaduta davvero, e che oggi regala speranza a chi non ha mai smesso di cercare il proprio amico animale.
Secondo quanto riportato da livesicilia.it, tutto è cominciato il 25 marzo scorso, quando alcuni passanti hanno notato il cane immobile sul sagrato della chiesa. Anche la mattina successiva, Max era lì, nello stesso punto. Così, dopo diverse segnalazioni, sono intervenuti i volontari della LAV (Lega Anti Vivisezione), che si sono avvicinati per verificare le sue condizioni e offrirgli aiuto.
Il microchip svela la verità e riporta Max a casa
Max è apparso tranquillo ma provato. I volontari lo hanno portato dal veterinario per una visita: l’animale stava relativamente bene, a parte un lieve soffio al cuore. Ed è stato proprio durante il controllo che si è scoperta la verità: Max non era affatto un randagio. Grazie al microchip, infatti, si è risaliti alla sua proprietaria, che per anni lo aveva cercato inutilmente dopo la sua misteriosa scomparsa.
Quando il sindaco di Capaci, Pietro Puccio, ha saputo della storia, si è subito mobilitato per favorire il ricongiungimento. Dopo cinque lunghi anni, la donna ha finalmente potuto riabbracciare il suo amato cane, che sembrava ricordare tutto: gli odori, la voce, e quel legame mai spezzato. “È stato un momento commovente – raccontano i volontari – sembrava non credere di essere davvero tornato a casa”.
Una storia che ridona speranza
Oggi Max è di nuovo nella sua abitazione, dove potrà vivere serenamente gli anni che restano circondato dall’affetto della sua famiglia. Il suo ritorno è stato definito da molti un miracolo di fedeltà e speranza, un esempio di quanto l’amore di un cane per la sua casa non svanisca mai, nemmeno con il passare del tempo.
La storia di Max, come quella di altri cani ritrovati dopo anni grazie al microchip, ricorda a tutti quanto sia importante identificare i propri animali e non smettere mai di cercarli.