Tre operai salvano un animale nel fiume ghiacciato: era un lupo e non un cane

Tre operai impegnati in lavori vicino a un fiume ghiacciato hanno soccorso un animale creduto un cane, scoprendo solo dopo le cure veterinarie che si trattava di un lupo.

Il salvataggio nelle acque gelide e la scoperta inattesa

In Estonia tre operai impegnati presso una diga hanno individuato un animale in evidente difficoltà nelle acque parzialmente ghiacciate di un fiume. Il gruppo, composto da Rando Kartsepp, Robin Sillamäe ed Erki Väli, ha inizialmente creduto di trovarsi davanti a un cane caduto accidentalmente nell’acqua. Dopo aver valutato la situazione e compreso il rischio imminente per l’animale, i tre uomini sono intervenuti senza esitare. Hanno raggiunto il punto in cui il corpo galleggiava tra i blocchi di ghiaccio e sono riusciti a estrarlo dall’acqua, avvolgendolo rapidamente in una coperta per limitare lo shock termico. Una volta liberato, l’animale si mostrava visibilmente esausto ma collaborativo, comportamento che ha confermato ai soccorritori l’ipotesi iniziale che potesse trattarsi di un cane domestico in difficoltà. Il trasporto verso una clinica veterinaria è avvenuto immediatamente per garantire le cure urgenti.

Le cure veterinarie e il ritorno degli istinti selvatici

All’arrivo presso la struttura veterinaria, gli operatori hanno effettuato i primi controlli e, osservando da vicino alcune caratteristiche morfologiche, hanno confermato che l’animale non era un cane, bensì un giovane lupo maschio. Il lupo, nonostante la situazione, non aveva mostrato segnali di aggressività durante il trasporto, probabilmente a causa della debolezza e dell’ipotermia. Una volta stabilizzate le condizioni generali e recuperate le energie, l’animale ha gradualmente manifestato comportamenti più tipici della specie selvatica, mantenendo una certa distanza e una crescente diffidenza nei confronti delle persone. I veterinari hanno monitorato attentamente il percorso di guarigione, valutando parametri vitali e necessità terapeutiche. Terminata la riabilitazione, è stato applicato un collare GPS, utile per seguire gli spostamenti dell’animale una volta tornato nel suo habitat naturale.

La liberazione e il monitoraggio del lupo dopo il recupero

Completate le cure e confermata la piena idoneità fisica, il lupo è stato rilasciato in un’area adatta alla sua specie, lontana dai centri abitati. Grazie al dispositivo di tracciamento, gli esperti hanno potuto verificare nei giorni successivi che l’animale aveva ripreso a spostarsi con regolarità, percorrendo oltre cento chilometri dal punto di rilascio. Il comportamento osservato ha mostrato una rapida riacquisizione degli istinti naturali, compresi i movimenti tipici della caccia e dell’esplorazione del territorio. Il salvataggio ha rappresentato un esempio significativo di collaborazione tra cittadini, veterinari e operatori ambientali. La vicenda ha messo in evidenza l’importanza di interventi tempestivi anche quando non è chiaro quale animale si stia soccorrendo, confermando che ogni azione di aiuto può contribuire alla sopravvivenza della fauna selvatica.

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