Bear salvato dalla soppressione: adottato un’ora prima dell’eutanasia

L’anziano cane Bear, 11 anni, inserito nella lista degli animali non adottabili in un rifugio del Texas, è stato salvato all’ultimo minuto grazie all’intuizione di una volontaria.

Il suo arrivo al rifugio e la condanna alla soppressione

Quando Bear è arrivato al Barc Animal Shelter, il suo destino sembrava già scritto.
Il cagnolino, 11 anni, aveva passato anni da randagio per le strade del Texas, consumando tutte le sue energie.
Era stanco, triste, incapace perfino di alzare la testa dal pavimento della sua gabbia.
Per questo era stato inserito tra i cani “non adottabili”, destinati purtroppo all’eutanasia.
Secondo thedodo.com, Bear faceva parte delle 28 vite che quel giorno avrebbero dovuto essere soppresse.
Per gli operatori, non mostrava segni di vivacità o speranza.
L’età avanzata e il suo aspetto spento sembravano confermare quella triste decisione.
Per Bear, tutto lasciava pensare a un epilogo inevitabile.
Ma qualcuno ha deciso di guardarlo oltre quella stanchezza.
E proprio questo sguardo ha cambiato la sua storia per sempre.

Il gesto della volontaria che gli ha salvato la vita

Tra le persone presenti nel rifugio c’era Madeline Garvis, una volontaria abituata a osservare i cani oltre le apparenze.
Garvis ha deciso di portare Bear fuori dalla gabbia per una breve passeggiata.
È allora che si è accorta di qualcosa che nessuno aveva visto fino a quel momento.
Il cane, nonostante la tristezza, si mostrava socievole, gentile e curioso.
Camminava accanto a lei, cercava contatto, scodinzolava leggermente.
Era evidente che Bear non era affatto “inadottabile”.
«È incredibile che un cane come lui sia entrato nella lista di eutanasia», ha dichiarato la volontaria.
Capendo che non c’era tempo da perdere, Garvis ha iniziato a contattare famiglie e associazioni.
Il rifugio aveva fissato per Bear l’eutanasia entro poche ore.
Ogni minuto contava.

L’adozione che arriva a un’ora dalla fine

La mobilitazione di Garvis è stata immediata e incessante.
In pochi minuti, la storia di Bear ha iniziato a circolare tra utenti, volontari e famiglie adottive.
Una richiesta di aiuto dopo l’altra, fino a quando è arrivata la risposta che tutti speravano.
Una famiglia ha deciso di adottarlo un’ora prima dell’eutanasia.
Bear è stato tirato fuori dalla lista e trasferito verso la sua nuova casa.
Le persone presenti raccontano che, una volta fuori dal rifugio, il cane sembrava rinascere.
Si è mostrato affettuoso e sorprendentemente energico, come se avesse capito di essere stato salvato.
Ora Bear vive sereno, circondato dall’amore di chi ha scelto di dargli una seconda possibilità.
Il suo sguardo, un tempo spento, è tornato luminoso.
La sua storia è la dimostrazione che nessun cane dovrebbe essere giudicato solo dal suo aspetto in gabbia.
E che, a volte, bastano pochi minuti per cambiare un destino.

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