Cane autorizzato a entrare in Rianimazione per vedere il suo padrone

Un paziente ricoverato in Rianimazione ha potuto riabbracciare il suo cane grazie a un permesso straordinario concesso dall’ospedale di Vimercate, considerate le condizioni delicate e il legame unico tra i due.

La deroga straordinaria e l’incontro in Rianimazione
All’ospedale di Vimercate, in provincia di Monza e della Brianza, si è verificato un episodio che ha commosso medici, infermieri e familiari. Un paziente ricoverato in Rianimazione, sottoposto a un trattamento particolarmente delicato, ha potuto ricevere la visita del suo amato cane, nonostante il regolamento della struttura sanitaria preveda l’accesso degli animali soltanto alle aree di accoglienza, prenotazione e accettazione.
La direzione sanitaria, valutando attentamente le condizioni cliniche del paziente e il fortissimo legame con l’animale, ha autorizzato una deroga speciale, consentendo l’ingresso del cane all’interno della terapia intensiva.
L’incontro è avvenuto seguendo rigidi protocolli di sicurezza: personale dedicato, ambienti protetti e un percorso interno studiato appositamente per evitare ogni rischio.
Il momento del ricongiungimento, accolto in silenzio dai sanitari presenti, ha mostrato la reazione emozionata del paziente, che ha potuto accarezzare il suo fedele compagno nonostante la complessità del contesto clinico.
Il gesto, raro ma non isolato in situazioni di particolare gravità, sottolinea la sensibilità delle strutture sanitarie verso il ruolo terapeutico degli animali d’affezione, soprattutto per pazienti che affrontano fasi critiche della loro degenza.

Il valore emotivo degli animali per i pazienti fragili
La decisione dell’ospedale di concedere la deroga nasce dal riconoscimento crescente dell’importanza che i legami affettivi hanno sul benessere psicofisico dei pazienti.
Per l’uomo ricoverato, il cane rappresenta da anni una presenza costante, una fonte di conforto e stabilità emotiva. Le condizioni cliniche e la difficoltà della degenza in Rianimazione hanno spinto equipe medica e direzione sanitaria a riflettere sulle possibili ricadute positive dell’incontro.
Studi e protocolli presenti in diverse strutture italiane e internazionali evidenziano come la visita di un animale domestico possa ridurre ansia, stress e favorire una risposta più positiva alle cure.
L’ospedale di Vimercate, pur mantenendo norme molto rigide sull’accesso degli animali, ha applicato un principio di flessibilità controllata, valutando l’eccezionalità della situazione.
Il personale sanitario ha raccontato che il cane, una volta entrato, si è avvicinato con delicatezza al suo padrone, restando immobile accanto al letto quasi a voler trasmettere la propria presenza rassicurante.
Un gesto semplice ma potentissimo, che ha avuto un impatto emotivo significativo non solo sul paziente ma anche sui familiari, profondamente grati alla struttura per la sensibilità dimostrata.

Una scelta nel segno dell’umanità che apre un dibattito
L’episodio ha riaperto il confronto sul tema dell’accesso degli animali nelle aree ospedaliere più sensibili, un argomento su cui molte strutture italiane stanno iniziando a sperimentare protocolli più inclusivi.
La deroga concessa a Vimercate non rappresenta una regola generale ma un’eccezione, valutata caso per caso nel rispetto delle norme igienico-sanitarie.
La direzione del nosocomio ha ribadito che la tutela del paziente resta prioritaria, ma che in situazioni particolarmente delicate il benessere emotivo non può essere considerato un aspetto secondario.
L’iniziativa potrebbe aprire la strada a nuove riflessioni sulla presenza controllata degli animali domestici negli ospedali, soprattutto per i pazienti ricoverati a lungo o per coloro che attraversano momenti estremamente complessi.
Nel frattempo, la visita avvenuta nei giorni scorsi resta un esempio di come la cura possa essere anche un gesto di umanità: un incontro breve ma intenso, che ha permesso al paziente di ritrovare un frammento della propria quotidianità e del proprio affetto più sincero.

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