Cuchufleto aspetta ancora il padrone morto in miniera: fedeltà che spezza il cuore

Il cane Cuchufleto continua ad attendere davanti casa il ritorno del proprietario morto nel crollo di una miniera in Messico, incapace di accettare la perdita.

Il legame tra Cuchufleto e Gonzalo Cruz nato dalla strada

La storia arriva da Coahuila, in Messico, e racconta una fedeltà che va oltre la morte. Cuchufleto, cane salvato dalla strada, aveva trovato una nuova vita grazie a Gonzalo Cruz, il minatore che lo aveva accolto e curato, trasformandolo da randagio in compagno inseparabile. Ogni giorno i due percorrevano insieme circa mezzo miglio, dalla loro abitazione fino alla miniera di carbone dove Gonzalo lavorava. Un rituale quotidiano che scandiva le loro giornate e rafforzava un legame fatto di presenza costante e fiducia reciproca. Quel percorso, ripetuto all’infinito, rappresentava per Cuchufleto la certezza di un ritorno, la sicurezza di non essere più solo. Tutto si è spezzato il 4 giugno, quando un improvviso crollo all’interno della miniera ha causato la morte del suo proprietario insieme ad altri lavoratori, lasciando il cane privo del suo unico riferimento.

Il giorno della tragedia e l’attesa davanti alla miniera

Secondo quanto riportato da indianatimes.com, Cuchufleto ha percepito subito che qualcosa non andava. Testimoni presenti al momento del crollo lo hanno visto correre verso l’ingresso della cava, annusare il terreno e scavare disperatamente sopra il cunicolo che conduceva all’interno della miniera. Per due giorni interi il cane è rimasto lì, senza allontanarsi, finché i corpi delle vittime non sono stati riportati in superficie. Un comportamento che ha colpito profondamente chi assisteva alla scena, perché mostrava una consapevolezza istintiva della tragedia appena avvenuta. Da quel momento, Cuchufleto non ha più seguito il percorso quotidiano verso la miniera, ma ha scelto un altro punto di attesa: la porta di casa del suo proprietario, come se il ritorno potesse ancora avvenire da lì.

La solitudine dopo la perdita e il dolore che non si spegne

Da giorni Cuchufleto trascorre le sue giornate davanti all’abitazione di Gonzalo Cruz, aspettando pazientemente qualcuno che non tornerà. La sua sofferenza è evidente anche nei comportamenti quotidiani. Mangia pochissimo, beve solo acqua e spesso resta immobile per ore, con lo sguardo fisso verso la strada. Chi lo osserva racconta che in una delle giornate successive al funerale il cane non ha smesso di piangere, emettendo lamenti continui che hanno colpito l’intero vicinato. L’assenza del suo compagno umano sembra un peso impossibile da elaborare. La storia di Cuchufleto è diventata il simbolo di una fedeltà assoluta, nata da un salvataggio e trasformata in un legame che resiste anche alla perdita più definitiva, quella della morte.

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