Durante una notte gelida, un uomo senza fissa dimora mette in salvo il proprio cane rinunciando a proteggere sé stesso: un gesto estremo che gli costa la vita.
Una vita segnata dalle difficoltà e un legame indissolubile
Peri, 63 anni, viveva da tempo senza una casa nella zona ovest di Londra. In passato aveva lavorato come autista e aveva avuto una relazione stabile, ma una serie di eventi personali lo avevano portato prima a vivere in auto e poi in strada. Nonostante le difficoltà, era una figura conosciuta e rispettata nel quartiere. Personale della metropolitana e dell’aeroporto lo aiutava quando possibile. Accanto a lui c’era sempre Django, il suo cane, diventato negli anni l’unico punto fermo della sua vita. Il loro legame era profondo e visibile a chiunque li incontrasse.
La notte del gelo e la richiesta di aiuto
Durante una notte particolarmente rigida, con temperature sotto lo zero, Peri si è reso conto che Django non sarebbe sopravvissuto al freddo. Ha deciso quindi di portarlo in un canile gestito dalla polizia, chiedendo aiuto con urgenza. Secondo quanto riferito, avrebbe implorato il personale di accogliere il cane per salvarlo dal gelo. Django è stato preso in carico e messo al sicuro, mentre Peri è rimasto all’esterno, esposto alle temperature estreme. Poche ore dopo, l’uomo è stato trovato in condizioni critiche.
Il sacrificio e il destino di Django
Nonostante l’intervento dei soccorsi, Peri è morto per ipotermia. Il suo gesto ha assunto il significato di un sacrificio consapevole: mettere al primo posto la vita del proprio cane, anche a costo della propria. Django, invece, è sopravvissuto ed è stato affidato a Jenny Perry, amica di Peri e assistente di volo della British Airways, che ha deciso di prendersene cura definitivamente. La vicenda ha suscitato grande commozione, diventando il simbolo di un legame che supera la paura, il freddo e perfino l’istinto di sopravvivenza.