Dopo la perdita di due gatti amati, una donna di Blackpool si ritrova a fare i conti con un dolore profondo. Fino all’arrivo inaspettato di un micio “estraneo”, che ha scelto di starle accanto.

Un micio sconosciuto tra le lenzuola

Quando Debra Gorman è rientrata nella sua abitazione a Blackpool, nel Regno Unito, non si aspettava di trovare un ospite inatteso. Un gatto, profondamente addormentato nel suo letto, tra le coperte. Non lo aveva mai visto prima, non era suo, ma sembrava sapere esattamente dove stare.

Quel gatto si chiama Milo e vive a poche case di distanza. Ha una famiglia e una casa tutta sua, ma da quel giorno ha iniziato ad attraversare la strada per entrare nella vita di Debra. Un’iniziativa silenziosa, non richiesta, ma accolta con stupore e riconoscenza.

La perdita di Charlie e Tiddles, poi il vuoto

Debra ha sempre avuto una predilezione per i gatti. Condivide la sua casa con due anziani compagni felini: Princess Talulah Trixiebelle, 18 anni, e Maximus Decimus Meridius, 10. Ma tra il novembre e il dicembre del 2024, il destino ha inferto due colpi durissimi: prima la morte improvvisa di Charlie, investito davanti a casa; poi quella di Tiddles, un altro dei suoi adorati gatti.

“Ero devastata – racconta Debra –. Charlie aveva una personalità incredibile, era più un figlio che un animale domestico. Era tutto per me”. Dolori che l’hanno lasciata svuotata, chiusa nel silenzio della perdita.

Milo, il compagno scelto dal destino

E poi, quasi senza preavviso, è arrivato Milo. All’inizio si limitava a farle visita, apparendo di tanto in tanto. Ma con il passare delle settimane, la sua presenza è diventata quotidiana. “Sono sicura che ha sentito il mio dolore – spiega Debra –. Charlie era suo amico. Dopo la sua morte, Milo ha cominciato a venirmi a trovare sempre più spesso”.

Anche gli altri due gatti di casa lo hanno accettato. Princess Talulah e Maximus hanno permesso a Milo di prendere posto nel loro spazio, senza conflitti. Oggi, Debra sorride quando lo vede acciambellato sul letto o sul divano. Non lo caccia, non lo sgrida. Lo accoglie, ogni giorno.

“È come se sapesse che avevo bisogno di lui, e ha deciso di restare. Non è mio, ma è come se lo fosse. È un conforto silenzioso, fatto di presenza e dolcezza”.