Il gatto fedele che non ha mai lasciato la tomba del suo padrone per sette anni
Il gatto dal manto arancione ha vegliato per anni la sepoltura del suo amato umano. Ora è ricoverato, ma presto avrà una nuova casa.
Un legame indissolubile nato in vita e durato dopo la morte
Per sette lunghi anni ha scelto di non allontanarsi mai da quel punto preciso del cimitero di Makhachkala, in Daghestan, dove era stato sepolto il suo umano. Un gatto dal manto arancione, diventato celebre sui social e ribattezzato “Hachiko” come il noto cane giapponese simbolo di lealtà, è rimasto fedele al proprio compagno di vita ben oltre la sua scomparsa. Nonostante vari tentativi di adozione, ogni volta tornava su quella tomba, diventata il suo rifugio e la sua casa.
A raccontare la sua storia sono stati gli abitanti della zona, che negli anni lo hanno accudito portandogli cibo e protezione. La vicenda è esplosa sui social dopo la pubblicazione di un video che ritrae il gatto immobile accanto alla lapide.
L’intervento dei volontari e la svolta per il futuro
A dare maggiore risonanza alla storia è stato l’intervento dei volontari, che hanno deciso di portare l’animale in una clinica veterinaria per curarlo. Il gatto, ormai anziano, presentava segni di malessere e spossatezza. Le sue condizioni sono in miglioramento, ma secondo i medici saranno necessari ancora un paio di mesi di cure prima della dimissione definitiva.
I volontari hanno anche annunciato che, questa volta, il gatto non tornerà al cimitero. Una famiglia di San Pietroburgo si è fatta avanti per offrirgli una nuova casa, un ambiente protetto in cui trascorrere gli ultimi anni della sua vita.
Una comunità intera commossa dalla sua fedeltà
Il felino è diventato un simbolo di affetto e dedizione per tutta la comunità. Il fatto che abbia costantemente fatto ritorno alla tomba nonostante la distanza da chi aveva tentato di adottarlo dimostra un legame profondo, difficile da spezzare.
Secondo le testimonianze raccolte dall’agenzia AP, l’animale era solito rimanere accovacciato sul cumulo di terra, immobile per ore. Anche ora, dopo essere stato trasferito in clinica, molti residenti del quartiere continuano a chiedere aggiornamenti sulle sue condizioni. A lui, dicono, “dobbiamo rispetto”.