Muore nel bosco durante la caccia: il suo cane lo veglia per ore senza mai lasciarlo solo
Un malore improvviso stronca un cacciatore nei boschi del Varesotto. Il suo cane resta con lui, fedele fino alla fine, e aiuta a ritrovarlo.
Tragedia nei boschi: cacciatore stroncato da un malore improvviso
Una giornata di caccia come tante, nel silenzio della natura, si è trasformata in una tragedia per una famiglia di Cassano Magnago, in provincia di Varese. Un uomo era uscito nei boschi per una battuta di caccia insieme al suo cane quando, per cause ancora da chiarire, è stato colto da un malore fatale. In quel momento era solo e nessuno ha potuto prestargli soccorso.
A lanciare l’allarme è stata la moglie. Dopo ore senza notizie e vari tentativi telefonici andati a vuoto, ha contattato alcuni amici del marito, che solitamente lo accompagnavano nelle uscite. Sono stati proprio loro, uniti dalla preoccupazione, a iniziare le ricerche e a risalire al luogo dove l’uomo aveva lasciato la sua auto.
Il richiamo del cane e la scoperta del corpo
Addentrandosi nella vegetazione nei pressi del veicolo, gli amici hanno sentito lamenti sommessi provenire dal cuore del bosco. Seguendo quei suoni, hanno fatto una scoperta commovente e straziante: il cane del cacciatore era rimasto lì, accanto al corpo del padrone, vegliandolo per ore. Non si era mai allontanato, come se volesse difenderlo, aspettando che qualcuno arrivasse.
È stato proprio lui, fedele fino all’ultimo istante, a condurre gli amici al corpo ormai senza vita del cacciatore. Il dolore per la perdita è stato subito accompagnato dalla consapevolezza che, grazie alla tenacia dell’animale, il corpo è stato ritrovato e non abbandonato.
Una fedeltà assoluta: il cane non ha mai lasciato il suo padrone
Sul posto sono stati poi chiamati i carabinieri e i sanitari, che hanno constatato il decesso. Le prime ricostruzioni parlano di cause naturali, ma è stata comunque disposta l’autopsia per chiarire con certezza la dinamica del decesso.
Il gesto del cane ha commosso chiunque sia stato coinvolto nelle ricerche. Non ha potuto chiamare aiuto, ma ha fatto l’unica cosa che poteva: restare, proteggere e piangere in silenzio. Un atto di lealtà e amore assoluto, che racconta più di mille parole il legame profondo tra uomo e animale.