In Val di Fumo una coppia cerca riparo per la cagnolina anziana durante un temporale, ma il gestore nega l’ingresso. Monta l’indignazione, arriva anche la politica.
Il temporale e il rifiuto del rifugio
Ferragosto drammatico per Luca e sua moglie, sorpresi da una violenta grandinata mentre rientravano da un’escursione in Val di Fumo, in Trentino, insieme alla loro cagnolina di 14 anni. Con l’animale bagnato e tremante, a rischio ipotermia, la coppia ha chiesto aiuto al gestore di un rifugio, convinta che fosse un luogo sicuro.
La risposta, però, è stata netta: “Qui i cani non entrano”. Nonostante l’insistenza dei due escursionisti, che avrebbero voluto fermarsi anche solo nell’ingresso per asciugare l’animale, il diniego è rimasto categorico. Il gestore avrebbe perfino aggiunto: “Il cane non è mica un putelòt, eh” (non è mica un bambino).
La tensione è salita ulteriormente quando, di fronte alle proteste della coppia, sarebbe arrivata una frase ancora più dura: “Ti te pol entrar, el can el resta a morir de fora” (tu puoi entrare, il cane resta a morire fuori). Un collaboratore del rifugio, secondo il racconto, avrebbe anche tentato di spingerli via.
La solidarietà degli escursionisti
A fronte del rifiuto, altri presenti hanno mostrato solidarietà. Alcuni escursionisti hanno prestato coperte per asciugare la cagnolina, mentre Luca è riuscito a scaldarla con un fornelletto da campeggio. Fortunatamente l’animale si è ripreso, ma l’episodio ha lasciato profonda amarezza.
“Negare riparo o un minimo di aiuto in una circostanza simile non solo è contrario al buon senso e all’etica della montagna, ma potrebbe anche rientrare tra i comportamenti puniti dalla legge”, ha scritto Luca in un post diventato virale, citando l’articolo 544-ter del Codice Penale sulla tutela degli animali. Le sue parole hanno acceso un dibattito molto acceso, con centinaia di commenti indignati contro l’atteggiamento del gestore.
Reazioni e intervento politico
Il caso è arrivato fino in Parlamento. Il deputato trentino della Lega Andrea de Bertoldi ha annunciato un’interrogazione urgente al Ministero competente: “Se venisse confermata la versione della famiglia, ciò costituirebbe una chiara violazione della normativa a tutela degli animali. Gli animali da compagnia ci donano amore incondizionato e meritano di essere trattati con responsabilità e dignità”.
Il parlamentare ha anche parlato di “pagina pessima per il settore ricettivo del territorio”, sottolineando come il Trentino si sia sempre distinto per ospitalità e qualità turistica. Intanto, il gestore del rifugio ha scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, mentre la vicenda continua a infiammare il dibattito pubblico tra regole, empatia e senso della montagna.