Dopo la morte della loro umana, due cani vivono da soli nella casa di Sciacca. I volontari chiedono aiuto per una nuova adozione.
Da marzo, Nikita e Ricky trascorrono le loro giornate dietro una staccionata, osservando il mondo attraverso le fessure di un cancello. La loro umana, Antonella, è morta all’inizio del mese, lasciando i due cani da soli nella casa di Sciacca, in provincia di Agrigento. Da allora, nessuno vive più con loro.
A prendersene cura, almeno per quanto possibile, sono i volontari della sezione locale della Lav, che ogni giorno si recano davanti all’abitazione per portare cibo, acqua e un po’ di conforto. “Ad oggi non c’è più nessuno che si prenda cura di loro. Noi facciamo quello che possiamo, ma vediamo ogni giorno la toccante attesa della loro umana: non sanno che è morta, non l’hanno ancora capito, e l’aspettano”, spiegano i volontari.
Poco prima di morire, Antonella, 56 anni, aveva affidato un messaggio alla Lav: chiedeva aiuto per i suoi cani. La donna, consapevole della malattia che l’aveva colpita, viveva sola ed era seguita dai servizi sociali. Già da mesi i volontari le offrivano supporto per accudire Nikita e Ricky.
Alla sua morte, l’abitazione e gli animali sono passati in eredità a un parente, che però non ha le condizioni per occuparsi dei due cani. “Questa è una storia di marginalità sociale – spiegano i volontari – non riguarda solo i cani: Antonella stessa era molto sola. È una storia di abbandono umano prima ancora che animale”.
Ora, l’unico obiettivo è trovare una nuova casa ai due animali, e rispettare così l’ultimo desiderio di chi li ha amati fino all’ultimo respiro. “Il parente è disposto a fare il passaggio di proprietà, ma noi dobbiamo trovare una nuova sistemazione per i cani. Chiediamo l’aiuto di tutti”, è l’appello lanciato dalla Lav.
Nikita è una femmina di circa 5 anni, bianca e nera, una simil Pitbull. Proprio questa razza, spesso vittima di pregiudizi, rende più difficile un’adozione. Ricky, invece, è un meticcio maschio di circa un anno e mezzo, vivace ma provato dall’isolamento.
“Sarebbe un miracolo un’adozione di coppia – raccontano i volontari – La famiglia ideale è quella che ha pazienza con loro, che capisce che stanno vivendo un abbandono, perché non sanno della morte della loro umana. Lei era tutto il loro mondo”.
I cani sono in buone condizioni di salute: sono stati visitati da un veterinario e ricevono attenzioni quotidiane. Ma ciò di cui hanno davvero bisogno è tornare a vivere. Non dietro le grate di un cancello, ma in mezzo alle persone. Con una famiglia vera.
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